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I Fornitori Evoluti di Servizi Logistici (3PL)


La crescente competitività tra le aziende in ogni settore merceologico le spinge a concentrasi sul proprio core business, per ottimizzare al meglio le proprie competenze chiave necessarie alla sopravvivenza dell’azienda.


In questo scenario, ormai acquisito da anni, una forte evoluzione sta avvenendo nel settore delle aziende fornitrici di servizi logistici.


Storicamente il fenomeno prese piede negli Stati Uniti, quando fu liberalizzato il comparto dei trasporti negli anni ‘80, laddove i trasportatori, per rimanere competitivi, aggiunsero al puro servizio del trasporto anche altri come lo stoccaggio, la gestione degli ordini clienti, i servizi informatici, e così via, passando quindi da essere semplici “contract logistics parties”, tra un cliente ed un fornitore, a “third parties logistics (3PL)” , ossia fornitori di servizi logistici , dotati di una forte capacità di generare alto valore aggiunto nella supply chain, attraverso l’erogazione di ulteriori servizi come:

  • Trasporto (inbound/outbound, cross-docking)

  • Servizi intermodali

  • Information Technology

  • Marchi e brevetti

  • Assemblaggio, installazione, preparazione prodotti

  • Stoccaggio, gestione magazzini e scorte

  • Preparazione e gestione ordini

  • Fatturazione e gestione pagamenti

  • Reverse logistics

  • Gestione patrimoniale, immobiliare, mobiliare

  • Etc.

L’evoluzione dei 3PL è avvenuta quindi specularmente con il fenomeno dell’outsourcing che ha interessato soprattutto le aziende manifatturiere e di servizi, determinando comunque la necessità di gestire al meglio e con nuove competenze questo fenomeno.


Addirittura, oggi sono presenti sul mercato anche i cosiddetti 4PL (fourth party logistics, definiti da Accenture), oggi chiamati pure Lead Logistics Providers (LLP), ossia degli operatori che fungono da “general contractors” come coordinatori di più 3PL, per diventare gli unici interlocutori del committente sotto tutti gli aspetti logistici, informativi ed anche consulenziali. I 4PL non sono molti oggi sul mercato, ma entrano in gioco proprio quando un’azienda cliente si relaziona con più 3PL, e intende semplificare il rapporto con tutte le attività logistiche esternalizzate. Il 4PL, quindi, opera normalmente in medio-grandi realtà organizzative (vedi Kuehne & Nagel per il cliente Nortel, ad esempio), non appena quando, inizialmente come 3PL, accresce le sue capacità organizzative e tecnologiche in più aree e settori per agire come 4PL.

In pratica, all’esternalizzazione di determinate funzione e competenza notoriamente “non core” per l’azienda committente, fa sempre da contraltare la perdita di controllo delle relative attività, e ciò può ingenerare un fallimento od una sotto prestazione del processo di outsourcing.


Diventa quindi essenziale stabilire, possibilmente sin dall’inizio, innanzitutto un chiaro e solido impianto contrattuale tra committente e 3PL o (4PL), al fine di poter controllare effettivamente le prestazioni del fornitore (leggi i costi e l’utilizzo degli assets) in accordo ai service level agreements (SLA) concordati, ossia quell’insieme di indicatori che servono per onorare il contratto (puntualità di consegna, completezza ed integrità dell’ordine, costi logistici concordati, etc).


Non dimentichiamo che i tre motivi principali di affidarsi ad un 3PL sono:

  • concentrazione sul core business

  • miglioramento del livello di servizio

  • riduzione dei costi logistici (almeno del 10 %)

Non è raro, oggi, veder stipulare dei contratti di “gain sharing” ossia di condivisione dei risparmi netti ottenuti, o di “success fee” ossia dei compensi al raggiungimento di determinati risultati.


Ciò non solo motiva il fornitore, ma costituisce una forte leva per realmente raggiungere gli obiettivi di performance programmati.


Altri vantaggi tipici, che rilevabili dall’ultimo studio Cap Gemini del 2009 sullo stato dell’outsourcing logistico, sono:

  • riduzione degli assets logistici : 23 %

  • riduzione dei costi di mantenimento dello stock: 8 %

  • Order cycle time: da 10,2 a 9,8 giorni

  • Order fill rate: dall’86 % al 93 %

  • Order accuracy: dal 90 % al 95 %.

Per impostare un rapporto contrattuale in questi termini, non è comunque sufficiente un contratto di servizi logistici preparato bene, ma occorre un’adeguata competenza nel suo monitoraggio, oltre che una certa conoscenza del business del 3PL ed una comunicazione chiara ed efficace.


Tutti requisiti che, se ben impostati e migliorati, consentono veramente di trarre il massimo vantaggio reciproco da una relazione con un fornitore 3PL (o 4PL), abituato di norma a muoversi in un contesto globalizzato e labor-intensive.


Più è grande il costo logistico in gioco, maggiori sono i risparmi specie per la voce trasporti, che normalmente è quella che incide maggiormente e normalmente valeintorno al 50 %.

I fattori in gioco sono tanti e variegati, tra cui:

  • le barriere doganali,

  • l’efficienza nel trasporto intermodale,

  • gli incoterms appropriati,

  • le relazioni con gli spedizionieri,

  • i broker doganali,

  • gli imballi adeguati (basti ricordare i problemi fitosanitari per gli imballi legnosi da gestire con la norma ISPM-15 della FAO),

  • le incombenze contro il terrorismo (basti ricordare il C-TPAT Customs-Trade Partnership Against Terrorism, che assicura un rapporto più fluido con le dogane statunitensi per il rispetto delle norme antiterroristiche, etc).

Ciò dà un’idea di come, supportando adeguatamente tale relazione tra committente e 3PL (o 4PL) in un’ottica di miglioramento continuo, si possano realmente offrire delle forti opportunità per ottenere quel vantaggio competitivo oggi necessario per sopravvivere. A volte una consulenza adeguata e competente in tal senso può evidenziare aree di miglioramento sottovalutate o non considerate. Tutto ciò acquista particolare importanza quando il fornitore 3PL (o 4PL) ha in carico la gestione di una crisi umanitaria. Come noto, la cosiddetta “logistica umanitaria” sta acquisendo ultimamente un’importanza crescente sia per l’aumento di eventi imprevisti ambientali, terroristici o bellici, che per l’impellente aiuto alle popolazioni in difficoltà specie per il problema della fame.


La logistica umanitaria si differenzia quindi dalla “logistica corporate” - tipicamente quella di cui siamo abituati a trattare in ambito economico-produttivo - per diversi aspetti, ma si può tranquillamente affermare che quella umanitaria è oggi molti anni avanti rispetto quella corporate, in quanto le competenze nella logistica umanitaria devono essere sempre di altissimo livello, proprio perché “opera” in condizioni estreme, come se fosse in ambito bellico se non peggio (ricordiamo che la logistica è nata in ambito bellico…), per cui il successo o il fallimento di una missione umanitaria dipende sostanzialmente dalla logistica che vi è dietro.


In tal senso specifici programmi di formazione per gli addetti ai lavori vanno approntati, oltre che tecnologie hardware e software adeguate (basti pensare alla possibilità di elargire donazioni, cosa non possibile in ambito economico-produttivo, o di avere connessioni internet in condizioni proibitive, etc.).


Per questa serie di argomentazioni, la logistica umanitaria sembra aver davanti a sé una crescita di attenzione da parte di enti, istituzioni e aziende. Non a caso capita pure di incontrare gente adulta che si rimette in gioco nel campo umanitario, rimettendosi in gioco con sfide più alte e complesse.


In questo scenario che sta evolvendo, si comprende come diventa ancora più importante una forte gestione logistica da parte dei 3PL (o 4PL) attraverso:

  • professionalizzazione degli operatori logistici grazie ad una elevata formazione qualificata

  • veloce ed efficiente livello di servizio verso la gente bisognosa, grazie ad una gestione della supply chain altamente professionale.

  • Risparmi sui costi delle organizzazioni umanitarie grazie all’applicazione delle best practices in ambito approvvigionamenti

Scenari che aprono la necessità di stare al passo con queste evoluzioni, al fine di tenere testa alla propria missione, offrendo contemporaneamente un alto standard di servizio a costi ottimizzati. Servizi consulenziali ad hoc e capaci di supportare questi scenari possono costituire il giusto supporto per rispondere a queste nuove ed impellenti esigenze.

La Consulenza Progetti di Outsourcing Logistico

E’ possibile assistere i clienti per eventualiprogetti di outsourcing logistico (in tutto od in parte)attraverso:

  • Analisi dello stato dell’arte degli attuali processi logistici e di supply chain.

  • Esplicitazione delle potenzialità di outsourcing logistico attraverso un’analisi del core business

  • Se l’outsourcing logistico risultasse vantaggioso, la consulenza preparerà una richiesta d’offerta per potenziali fornitori 3PL o 4PL, con le attività da esternalizzare ed I relativi termini e condizioni contrattuali.

  • La consulenza esaminerà le offerte e stilerà dei suggerimenti per la scelta.

  • Le capacità operative ed informative dei fornitori di servizi logistici saranno analizzate in dettaglio

  • La consulenza assisterà nella fase negoziale e per la preparazione e la stipula del contratto.

I vantaggi principali ottenibili sono:

  • Risparmi mediamente dal 10 al 20 % sono ottenibili nell’attuare contratti di outsourcing logistico

  • Si implementano specifici indicatori chiave di prestazione in modo da monitorare le attese contrattuali.

  • A contratto avviato, è indispensabile un’implementazione senza particolari problemi. La consulenza, a discrezione del cliente, potrà essere presente in questa fase per monitorarne l’andamento e risolvere eventuali difficoltà.


Presented By:

Ing. Giuseppe Lovecchio

CPIM-F, CSCP-F, CLTD-F, SCOR-P, DDLP, DDPP, AEFP, PMP, CSCTA, CMC, IASSC-CGB, CSSC, CPIA

Member, Education and Research Executive Board (EREB)

A successful career in supply chain necessitates a never-ending thirst for knowledge and the most up-to-date supply chain skills and knowledge. Even though continuing education and certification programs can take time and money, they help get your specialized knowledge or skills recognized.


When professionals have training that other professionals lack, it distinguishes them and sets them apart from the crowd. Certification and master classes show that the professionals are committed to learning, excelling, and using best practices.


Featured Certification Programs

Certified Stores and Stock Controller (CSSC)

Certified Production and Inventory Analyst (CPIA)


Featured Mini-Master Classes

Supply Chain Framework and Strategy

Collaboration among Sustainability, Procurement and Supply Chain

Implementing 3PL and 4PL Strategies in the Value Chain

Supply Chain Sustainability with Circularity to Drive Profitability


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